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Channel: Commenti a: VQR: Gli errori della formula ammazza-atenei dell’ANVUR
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Di: Renzino l'Europeo

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eeeh io ci ho fatto sopra pure un sito web/blog proprio per divolgare informazioni e cognizioni “di base”…
Pià scrivo e più mi rendo conto che bisogna scrivere ancora di più, vista l’ideologia che tutto copre e tutti rende stolidi…

Confermo che vi è stata una esplicita operazione politico-ideologica della Gelmini, in combutta con Giavazzi e ambienti giavazziani, per fare un ambaradan con l’ANVUR (sulla comprensione delle cui coordinate politico-culturali nè l’uno nè l’altra erano stati patentati…).


Di: Alberto Baccini

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Appunto. Siccome tutti noi leggiamo il tuo blog, Mario ti chiedeva di raccontare la storia per Roars!:-)

Di: Renzino l'Europeo

Di: Mario Ricciardi

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Sono convinto che sarebbe molto utile e a noi e ai nostri lettori. Io sono sempre stato convinto che non c’è stato, almeno fino al 2008, un rapporto diretto tra la Gelmini e gli ambienti di cui tu parli. Certamente la Gelmini era moolto impressionata dagli articoli di Giavazzi, come mostra la vergognosa vicenda del decreto che bloccava i concorsi dopo la chiusura dei bandi per cambiare le regole. Anche perché per una con la mentalità della Gelmini l’economista bocconiano è la bocca della verità. Dopo il 2008 ho quasi del tutto smesso di scrivere di Università per il quotidiano cui collaboravo e quindi non ho una percezione chiara degli eventi. Ma mi piacerebbe davvero leggere il tuo resoconto dei fatti. Renzino’s Version.

Di: Renzino l'Europeo

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Fino al 2008 la Gelmini “non era nessuno”, quindi non penso sia rilevante. Però mi urge far conoscere sempre meglio almeno il fatto che ho anche scritto nella sezione “Storia” di ANVUR – Wiki
http://it.wikipedia.org/wiki/ANVUR
e cioè che al momento del suo insediamento come Ministro, la Gelmini avrebbe potuto procedere tranquillamente alla nomina del Consiglio Direttivo dell’ANVUR, essendo stato pubblicato in G.U. il Regolamento Mussi-Modica elaborato nel biennio precedente (tralascio alcuni questioni tecnico-giuridiche inessenziali).

La Gelmini fermò tutto rendendo una dichiarazione (ricompresa nelle sue comunicazioni alle competenti commissioni parlamentari) che aveva questo tenore: “Una costosissima struttura ad alto tasso di burocrazia e rigidità: non è ciò di cui abbiamo bisogno”
http://www.corriereuniv.it/2008/06/il-ministro-gelmini-boccia-lanvur/
Ci sarebbe almeno da sorridere pensando, ex-post, a quella che sarebbe poi diventata la “legge Gelmini”…

La Gelmini, evidentemente consigliata da alcuni ambienti, nominò invece una Commissione Tecnica per la revisione del Regolamento, di cui chiamò a far parte anche il Giavazzi (l’unico altro esterno era il Direttore Scientifico dell’IIT Cingolani, visto che poi c’erano i Presidenti di CIVR e CNVSU, il Direttore Generale Masia e il Consigliere Giuridico Tito Varrone). Faccio presente che il Regolamento Mussi-Modica era stato scritto consentendo a tutte le istante possibili e immagini di esprimersi: una consultazione con le parti interessate all’inizio, il Consiglio di Stato e le Commmissioni Parlamentari nell’iter (previsto dalla norma istitutiva).

Ma ora mi fermo qui sennò mi amputo troppo l’articolo per ROARS…

Di: Mario Ricciardi

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Non era proprio nessuno. Era un deputato promettente del PDL che, nella legislazione precedente, aveva presentato un progetto si riorganizzazione della pubblica istruzione quasi libertario, nel senso che la parola ha nella cultura di lingua inglese. Ma non aveva in quella fase consulenti di peso che la ispirassero, almeno non ho avuto questa impressione quando ho seguito i primi passi della sua attività come ministro. Poi, ma già era ministro da qualche tempo, una volta sono andato a intervistarla con Antonio Polito. Alla domanda: “c’è un pensatore che ha ispirato la sua scelta di entrare in politica?” la sventurata rispose: “il Presidente Berlusconi”. Puoi immaginare il nostro sgomento. Con un filo di voce trovai il coraggio di dire: “un pensatore…”. Momento di riflessione, poi replicò: “Roger Abravanel”. A quel punto cominciai a sospettare che le cose avrebbero preso una brutta piega.

Di: Francesco Sylos Labini

Di: 23 e 24 Marzo: l’urlo di scuola e università | Francesca Coin | Il Fatto Quotidiano

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[...] delle tasse universitarie, della contrazione del diritto allo studio, del taglio stesso degli atenei. “Questo è il punto”, dice Maurizio Matteuzzi. “Il cosiddetto governo dei professori, [...]


Di: Ci si può fidare della classifica della Fondazione Agnelli? « Univeritas

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[...] (Repubblica 4/2/2012). In realtà, le agenzie di valutazione serie si limitano alla stima di quality profiles rifiutandosi categoricamente di stilare classifiche: “We have not produced any ranked lists [...]

Di: Valutazioni fai-da-te « ricercatoripolito

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[...] Università: che fretta c’è? (Francesco Sylos Labini – Il Fatto Quotidiano) e VQR: Gli errori della formula ammazza-atenei dell’ANVUR (Giuseppe De Nicolao – ROARS) Share this:TwitterFacebookLike this:Mi piaceBe the first to [...]

Di: Università: ciò che Bisin e De Nicola non sanno (o fingono di non sapere)

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[...] dei dati Scopus riportati nel World Report SIR 2010. Infatti, come già discusso in un precedente articolo, tutti gli atenei italiani tranne uno mostrano un impatto normalizzato superiore alla media [...]

Di: p.marcati

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Non spetta al responsabile della VQR dire quale decisione i governi debbano prendere sulla base della valutazione. Indipendentemente dalla buona fede dei colleghi, che e’ fuori discussione, questo rischia di creare delle ombre sulla terzieta’ dei valutatori. Ammesso che la valutazione sia corretta, e l’articolo di De Nicolao pone dei problemi non banali anche sull’ accettare i numeretti acriticamente, una universita’ puo’ svolgere un ruolo importante nel suo territorio e quindi e’ nell’autonomia della politica decidere cosa fare.
Magari invece di chiuderla un governo saggio potrebbe pensare anche a degli interventi mirati di rafforzamento della qualita’.

Di: I sociologi tedeschi boicottano i ranking accademici - Francesca Coin - Il Fatto Quotidiano

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[...] accompagnato da affermazioni forti. Nonostante il basso numero di laureati italiani, da subito il Coordinatore della VQR aveva esplicitato che al termine dell’esercizio di valutazione “qualche università dovrà [...]

Di: Valutazione e università, i sociologi tedeschi boicottano i ranking accademici » NUTesla | The Informant

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[...] accompagnato da affermazioni forti. Nonostante il basso numero di laureati italiani, da subito il Coordinatore della VQR aveva esplicitato che al termine dell’esercizio di valutazione “qualche università dovrà [...]

Di: Valutazione e università, i sociologi tedeschi boicottano i ranking accademici | Hellò Magazine

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[...] accompagnato da affermazioni forti. Nonostante il basso numero di laureati italiani, da subito il Coordinatore della VQR aveva esplicitato che al termine dell’esercizio di valutazione “qualche università dovrà [...]


Di: Renzino l'Europeo

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eeeh io ci ho fatto sopra pure un sito web/blog proprio per divolgare informazioni e cognizioni “di base”…
Pià scrivo e più mi rendo conto che bisogna scrivere ancora di più, vista l’ideologia che tutto copre e tutti rende stolidi…

Confermo che vi è stata una esplicita operazione politico-ideologica della Gelmini, in combutta con Giavazzi e ambienti giavazziani, per fare un ambaradan con l’ANVUR (sulla comprensione delle cui coordinate politico-culturali nè l’uno nè l’altra erano stati patentati…).

Di: Alberto Baccini

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Appunto. Siccome tutti noi leggiamo il tuo blog, Mario ti chiedeva di raccontare la storia per Roars!:-)

Di: Renzino l'Europeo

Di: Mario Ricciardi

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Sono convinto che sarebbe molto utile e a noi e ai nostri lettori. Io sono sempre stato convinto che non c’è stato, almeno fino al 2008, un rapporto diretto tra la Gelmini e gli ambienti di cui tu parli. Certamente la Gelmini era moolto impressionata dagli articoli di Giavazzi, come mostra la vergognosa vicenda del decreto che bloccava i concorsi dopo la chiusura dei bandi per cambiare le regole. Anche perché per una con la mentalità della Gelmini l’economista bocconiano è la bocca della verità. Dopo il 2008 ho quasi del tutto smesso di scrivere di Università per il quotidiano cui collaboravo e quindi non ho una percezione chiara degli eventi. Ma mi piacerebbe davvero leggere il tuo resoconto dei fatti. Renzino’s Version.

Di: Renzino l'Europeo

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Fino al 2008 la Gelmini “non era nessuno”, quindi non penso sia rilevante. Però mi urge far conoscere sempre meglio almeno il fatto che ho anche scritto nella sezione “Storia” di ANVUR – Wiki
http://it.wikipedia.org/wiki/ANVUR
e cioè che al momento del suo insediamento come Ministro, la Gelmini avrebbe potuto procedere tranquillamente alla nomina del Consiglio Direttivo dell’ANVUR, essendo stato pubblicato in G.U. il Regolamento Mussi-Modica elaborato nel biennio precedente (tralascio alcuni questioni tecnico-giuridiche inessenziali).

La Gelmini fermò tutto rendendo una dichiarazione (ricompresa nelle sue comunicazioni alle competenti commissioni parlamentari) che aveva questo tenore: “Una costosissima struttura ad alto tasso di burocrazia e rigidità: non è ciò di cui abbiamo bisogno”
http://www.corriereuniv.it/2008/06/il-ministro-gelmini-boccia-lanvur/
Ci sarebbe almeno da sorridere pensando, ex-post, a quella che sarebbe poi diventata la “legge Gelmini”…

La Gelmini, evidentemente consigliata da alcuni ambienti, nominò invece una Commissione Tecnica per la revisione del Regolamento, di cui chiamò a far parte anche il Giavazzi (l’unico altro esterno era il Direttore Scientifico dell’IIT Cingolani, visto che poi c’erano i Presidenti di CIVR e CNVSU, il Direttore Generale Masia e il Consigliere Giuridico Tito Varrone). Faccio presente che il Regolamento Mussi-Modica era stato scritto consentendo a tutte le istante possibili e immagini di esprimersi: una consultazione con le parti interessate all’inizio, il Consiglio di Stato e le Commmissioni Parlamentari nell’iter (previsto dalla norma istitutiva).

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